IL FUMATORE DI SIGARI
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Ahimè, ho due grandissime passioni: i sigari ed i whisky. Lo dichiaro con un certo rammarico, ma assolutamente non con pentimento. Tale sentimento, è esclusivamente dovuto alle svanite risorse che ho dedicato negli anni a questi due grandi piaceri della vita.
Quindi abbinare un sigaro con un whisky è sempre stato uno dei miei hobby-passioni-divertimenti preferiti, forse quello con cui posso esprimere maggiormente la mia continua sete di nuove esperienze.
Purtroppo solo alcune volte, con sempre meno frequenza, trovo il tempo e soprattutto le condizioni ottimali per dedicarmi a tale proposito.
Direi però che non appena le temperature si sono abbassate, lo stimolo di fumare un grande sigaro con un whisky che lo possa accompagnare adeguatamente, si è fatto sentire in maniera insistente.
Solitamente quando si ha voglia di fumare un ottimo sigaro, se ne ha una grande voglia, si potrebbe dire che è sconsigliabile fumare in modo seriale, sempre, comunque e ad ogni costo.
Motivo per cui, nel lasso di tempo che mi ritaglio per fumare, spero sempre che siano momenti formidabili e quindi aumento la quantità di piacere, abbinando un grande malto.
Questa volta avevo voglia di un abbinamento particolare, di due validissimi compagni per un’ora o poco più di relax totale e piacere assoluto, qualcosa difficilmente reiterabile e quindi scelgo La Escepciòn Don José e Macallan 1962 Original Bottling.
Il primo è un sigaro che ormai si è guadagnato un pezzo di storia dei sigari Avana, grazie a Diadema Spa, soprattutto dopo l’uscita dell’humidor dedicato e realizzato da De Art.
Ma queste sono notizie che ogni appassionato conosce molto bene. Il secondo è un whisky irripetibile, con uno stile tipico degli anni ’60, fa parte, in primis, di tutti quei malti che purtroppo non torneranno mai più.
Solitamente inizio con il valutare e degustare il distillato, in questo caso il Macallan anche se il termine degustare potrebbe essere improprio, perché in realtà gran parte del lavoro viene svolto dal naso e non dal palato.
Volendo fare i precisi si dovrebbe parlare di“valutazione sensoriale” poiché vengono stimolati quattro dei nostri cinque sensi: la vista, l’olfatto, il gusto e il tatto. Il sapore è il risultato della combinazione degli ultimi tre.
Il colore
Il colore del distillato è ambra scuro molto brillante e la densità di cui è dotato è subito molto evidente facendo roteare il bicchiere e vedendo la pigrizia con la quale scende giù verso il fondo.
Avvicinando prudentemente il naso al cristallo emergono ovviamente le note caratteristiche dello sherry, ma con una profondità tale da invogliarmi ad avvicinare ulteriormente il naso verso il bicchiere.
Qui si viene letteralmente investiti da un’ondata di frutta secca come fichi e datteri con un ricordo dei dolci tipici del Natale, grazie anche ad alcune spezie come la cannella, emerge nel sottofondo anche una nota balsamica molto simile allo Chartreuse, grande olfatto, potente e molto presente, è un chiaro preludio di quello ci attenderà all’assaggio.
Il colore del Don Josè è insolitamente colorado scuro, quasi maduro, fascia giustamente oleosa e ben tesa, correttamente poco venata. Emana un profumo molto penetrante di aromi di pasticceria e terra, tipicamente cubano.
All’assaggio il 1962 è ben bilanciato tra il dolce e il secco, i suoi 46% si sentono bene e tende all’inizio ad essere piuttosto nerboruto, ma presto viene fuori la sua estrema raffinatezza che hanno fatto guadagnare a Macallan l’appellativo di Rolls Royce dei whisky.
Il sigaro
Il sigaro all’accensione e nei primi minuti sembra molto dolce sia nel gusto che nella docile forza, ma presto diventa più potente e dinamico, conservando sempre una dolcezza molto presente, libera un fumo denso e bianco.
Proseguendo nella fumata resta sempre dolce e armonico, si intensifica la forza aromatica con vaniglia, cacao ed anche frutta secca guscio, dando spazio sempre più ad una cremosità e dolcezza quasi disorientante.
Finale lunghissimo ed appagante e quasi inverosimilmente sempre dolce. Davvero un sigaro che va oltre l’eccellenza, facilmente fruibile per i suoi aromi e sapori, per la sua meccanica di fumata ed anche per il suo formato.
In conclusione non riesco proprio a trovare un difetto al sigaro e tantomeno al whisky, l’abbinamento si è rivelato molto coerente e nessuna delle due eccellenze ha avuto il sopravvento sull’altra, anzi si sono fantasticamente integrate creando una liaison a dir poco irripetibile.
by Cosimo Attanasi
Uno Speciale ringranziamento a Cosimo Attanasi
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